sabato 13 marzo 2010
politica e rugby
Dopo una lunga parentesi anglopiemontese un po' di cinema: Invictus (Usa 2009, 133') è un distillato della poetica dell'ultimo Clint Eastwood. Un gran film, che racconta (in modo talvolta troppo retorico, specie nel finale) la storia di Nelson Mandela e del suo Sudafrica tra il 1994 e il 1995, tra la sua elezione a presidente della repubblica e conseguente fine dell'apartheid e la vittoria della nazionale di rugby ai mondiali. La costruzione di una nazione, che Mandela (interpretato da uno straordinario Morgan Freeman) riesce a ricompattare grazie allo sport, evitando la guerra civile. Nel far ciò ha bisogno della collaborazione del suo omologo sportivo, il capitano della nazionale, interpretato da un altrettanto bravo Matt Damon. La preparazione al mondiale della squadra non sarà squisitamente fatta di spot, ma di visite alle bidonville e al carcere dei prigionieri politici, mentre in parallelo la scorta del presidente diviene per sua volontà mista, composta cioè anche da afrikaneer un tempo aguzzini dei neri. Solo dalla pacificazione e dal perdono (mai facile e scontato da parte di chi ha sofferto) può scaturire una nuova nazione: e l'epica eastwoodiana riesce in pieno nell'intento didattico-celebrativo. Il racconto di un sogno, voluto e realizzato da un uomo e dalla sua volontà. Almeno per un momento.
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