Affascinante nella sua estrema sobrietà e misura Che - L'argentino di Steven Sodebergh (Che: Part One, Usa-Francia-Spagna 2008, 126'), visto al Lumière in lingua (fortunatamente!): lontano da ogni forma di retorica celebrativa di un uomo divenuto logo, in questa prima parte il regista sceglie di raccontare solo tre episodi della vita di Ernesto Guevara - il primo incontro con Castro nella Cuba di Batista, lo sbarco nell'isola nel 1955 e l'inizio della rivoluzione, il viaggio a New York del 1964, quando parlò all'assemblea dell'Onu. La narrazione non lineare produce, tra l'altro, alcuni dei momenti migliori: penso soprattutto alla sovrapposizione sulle immagini di guerriglia del '55 delle parole dell'intervista rilasciata ad una giornalista statunitense, riguardo a cosa significhi essere un rivoluzionario - un uomo guidato da grandi sentimenti d'amore - e alla riflessione sull'individualismo proprio di una società capitalista (se un bambino ha un giocattolo, ne vuole due; se ne ha due ne vuole quattro ...).
Grande prova di Benicio Del Toro; il film scorre rapidissimo: all'apparire dei titoli di coda, poco prima dell'ingresso vittorioso a L'Avana, si prova una leggera delusione all'idea di dover attendere la seconda metà.
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