domenica 20 dicembre 2009

il bellissimo, il bello e l'insignificante

Questo è l'ordine cronologico e di valutazione di ciò che ho visto da giovedì a oggi. Giovedì al Lumière la seconda puntata di Visconti, a distanza di pochi giorni, con Gruppo di famiglia in un interno: girato nel 1974, sorprende per l'assoluta modernità (sembra girato oggi) e per la profondità dell'analisi sociologica. Una galleria di orrori umani, a partire dal vecchio professore misantropo chiuso nelle sue buie stanze di intellettuale (di sinistra) polveroso e indifferente al mondo e alle sue lotte e miserie, incapace di confrontarsi con la realtà e con dei vicini (che gli si impongono) invadenti e invasori; la Mangano impersona una donna dell'altissima borghesia postfascista, grezza, gretta, cafona, sboccata e volgarissima nei modi e nei comportamenti; suo figlio e sua figlia (la sua copia) sono incestuosi e intrallazzano con il mantenuto della madre, un ragazzo di vita compromesso con la malavita, che sconvolge la vita di tutti (come lo Straniero di Teorema). (Alla scena in questione, nel salotto del professore, si è probabilmente ispirato Bertolucci per The dreamers, dici giustamente.) Il film è tutto giocato su antitesi tra il professore e gli invasori, i barbari (lessicali, ambientali, vestiarie). Persino lo straniero, un mefistofelico Helmut Berger, è conformista nel suo ruolo di disgregatore e distruttore dell'ordine che lo circonda e lo nutre. Pura e grande arte!

Sabato sera, al Teatro Comunale (dopo una fitta nevicata): Hommage aux Ballets Russes, con Petruska di Igor Stravinskij (coreografia Michel Fokine) - meraviglioso nel suo gioco di colori e di movimenti durante una festa in piazza, animata anche dalle evoluzioni di tre fantocci animati - L’Après-midi d' un faune di Claude Debussy (coreografia Vaslav Nijinskij) - messinscena già vista a spezzoni, divertente la ricerca insistita della bidimensionalità, come se si trattasse di pittura vascolare - e Les noces di Igor Stravinskij (coreografia Bron) - grandioso nella coralità che anima i testimoni di nozze e i loro movimenti 'meccanici' - con la compagnia di ballo CCN - Ballet de Lorrain (direttore David Levi) e con l'Orchestra e Coro del Comunale. Una bella scoperta e una serata 'istruttiva', anzi una bella occasione di imparare qualcosa di nuovo. Mette curiosità di saperne di più.

Oggi pomeriggio al Duse Otello di Arturo Cirillo: spettacolo insignificante, poco condivisibili le scelte di regia, come la scelta delle maschere e del tono da commedia dell'arte nel primo atto (il fatto di essere a Venezia è una ragione insufficiente), gli insistiti accenti napoletani, la voce di Desdemona (per cui meriterebbe di essere strangolata alla sua prima apparizione in scena), Bianca che diventa una transessuale (del tutto gratuito e ingiustificato). Scena spoglia e luci fredde (passabili), musiche brutte. Noioso e poco incisivo, senza emozioni. Che delusione!

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