Ancora più antiretorica della prima è la seconda parte del film sul Che di Sodebergh (Che - Guerrilla [Che. Part Two], Spagna-Francia-Usa 2008): rifuggendo dal raccontare gli anni del trionfo cubano e del suo impiego ministeriale, la narrazione comincia con l'inquadratura di uno schermo televisivo, dove è trasmessa la lettura che Castro fece della lettera scrittagli da Guevara prima di lasciare Cuba per esportare la rivoluzione in altri paesi del Terzo mondo. Tutto il film, ambientato in Bolivia, vive di sottrazione, di attese, di tentativi di guerriglia e di frustrazioni, fino alla disfatta finale. Proprio in virtù di questo registro dimesso emerge con forza la totale coerenza del Che e la sua devozione incrollabile ai propri ideali, che cercò di trasmettere, spesso invano, a chi lo circondava. Bello e malinconico, come questo tango di Guccini.
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