Dopo alcuni manoscritti, un radicale cambio di prospettiva alla mostra Monet. Il tempo delle ninfee in corso a Palazzo Reale a Milano. Non molto grande, con alcuni quadri molto interessanti (un paio da urlo), giusti i confronti con l'arte giapponese di metà Ottocento, ben conosciuta e amata dal pittore. L'unica pecca è la mancata collocazione in ordine cronologico, che non permette un'immediata comprensione dell'evoluzione pittorica e poetica dell'artista, che passa da una maggiore adesione ad una realtà fenomenica più riconoscibile (come nell'immagine qui a fianco) per approdare ad un colorato astrattismo di ricerca, dove il soggetto (il famoso ponte, ad esempio) diviene puro pretesto per la sperimentazione cromatica. Pessimo il bookshop e scarse le didascalie (niente a che vedere con l'ottima mostra di Morandi a Bologna).
venerdì 5 giugno 2009
di ninfee, ponti, glicini ed altro
Dopo alcuni manoscritti, un radicale cambio di prospettiva alla mostra Monet. Il tempo delle ninfee in corso a Palazzo Reale a Milano. Non molto grande, con alcuni quadri molto interessanti (un paio da urlo), giusti i confronti con l'arte giapponese di metà Ottocento, ben conosciuta e amata dal pittore. L'unica pecca è la mancata collocazione in ordine cronologico, che non permette un'immediata comprensione dell'evoluzione pittorica e poetica dell'artista, che passa da una maggiore adesione ad una realtà fenomenica più riconoscibile (come nell'immagine qui a fianco) per approdare ad un colorato astrattismo di ricerca, dove il soggetto (il famoso ponte, ad esempio) diviene puro pretesto per la sperimentazione cromatica. Pessimo il bookshop e scarse le didascalie (niente a che vedere con l'ottima mostra di Morandi a Bologna).
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