giovedì 7 gennaio 2010

fantasia sfrenata

Ogni volta che vedo un film di Hayao Miyazaki torno bambino, mi stupisco di tutto e mi lascio incantare dalla fantasia che si fa immagine e sogno. La città incantata (Spirited away, Sen To Chihiro No Kamikakushi, Giappone 2001) è una fiaba meravigliosa, che ha luogo un un mondo parallelo di spiriti dove l'uomo è respinto o ridotto a scialbe ombre su un treno, come in Alice nel Paese delle Meraviglie. Qui la piccola Chihiro deve avventurarsi, crescere, mettersi al servizio della della strega Yubaba (tenutaria della casa-vacanze) soffrire, rinunciare al proprio nome, superare numerose prove per salvare i propri genitori trasformati in maiali a causa della loro ingordigia. Su tutto domina la capacità del regista di creare il mondo parallelo, con gli spiriti di tutte le fogge che fanno il loro ingresso come ad un ballo mascherato (e l'uomo senza volto fa venire in mente Eyes wide shut), alcuni soggetti quali il lampione che salta su una zampa, il topolino, lo spirito della sporcizia, che si rivelerà uno spirito di fiume solo sepolto dall'immondizia gettata dentro. E ta tematica ambientalista è uno dei tanti temi cari al regista che si ritrovano in questo film; altri sono il trasloco, gli affetti familiari problematici, il mondo coperto dalle acque, il viaggio. Ma la sequenza più emozionante è Yubaba che si cinge di un mantello trasformandosi in uccello per prendere il volo.

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