venerdì 22 gennaio 2010
tra due baci di morte
... o verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Non credo che Tom Ford conosca Pavese, ma il parallelo può essere avanzato per il suo A single man (Usa 2009). Il film comincia e finisce con il protagonista, interpretato da Colin Firth, che si agita sotto la superficie dell'oceano, in immagini e musiche che ricordano l'incipit di Hiroshima, mon amour, seguite dal bacio di uno dei due amanti all'altro morto o morente. Si tratta di un mèlo molto curato (tecnicamente e non solo nell'abbigliamento), ma anche molto freddo e con un sapore di pubblicità di troppo (comunque molto elegante). La drammatica storia di un amore omosessuale finito male per la tragica morte in un incidente stradale del compagno più giovane è tutta affidata alla memoria del protagonista (professore a Berkeley), che mescola il grigiore del presente con il suo colorato passato (e qui c'è un gran gioco di fotografia). Molto bella la cena di lui a casa dell'amica di sempre (e fidanzata mancata) interpretata da Julianne Moore (eccellente anche il colloquio al telefono mentre lei si sta truccando un occhio), e anche il risveglio iniziale del protagonista, che lentamente e svogliatamente inizia la giornata. Però...
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