lunedì 8 febbraio 2010

roaster & roasted

Weekend teatrale all'Arena del Sole, un alto e un basso. Orson Welles's roast di Michele De Vita Conti (anche regia) e Giuseppe Battiston, interpretato dallo stesso Battiston è stata una piacevole sorpresa: nel fumo denso del suo sigaro e avvolto da un accappatoio bianco il fantasma di Welles si muove sulla scena, prepotente, egocentrico ed esuberante come lo era in vita. Gli episodi salienti della sua vita artistica sono narrati come in una serata per un roasted (e non per persone bollite, o fritte, o lesse...) con accento italoamericano (molto convincente), con un ritmo incalzante e con un registro comico quasi irresistibile, fin dalla battuta iniziale: "il dottore mi ha vietato di preparare cene per quattro persone, se a tavola non ci sono le altre tre". La scena è pressoché spoglia, ma i pochi oggetti sono utilizzati molto bene (il panino con sola verdura, la melanzana che diventa bambolina voodoo e poi microfono!). Uno spettacolo molto ben fatto, che mette molta curiosità.

Le signorine di Wilko, invece, di Alvis Hermanis (tratto dal romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz) lascia un po' perplessi (come stile ricorda Nekrosius, senza però raggiungerlo). Lo spettacolo alterna pochi momenti belli (la scena della tomba, la scottatura della mano, il fantasma sulla scena), a troppi momenti da dimenticare (il ballo, l'impiccagione). Anzi, talvolta è molto più bello il testo recitato dell'azione scenica, che vuole essere molto evocativa, senza però riuscirci sempre. Gioverebbe una scorciata. Come se si fosse andati in scena troppo presto...

1 commento:

un dio sconosciuto ha detto...

Su Le signorine di Wilko sono proprio daccordo