giovedì 30 luglio 2009

storie di migranti

Molto emozionante e intenso lo spettacolo Italiani cìncali di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta, monologato da quest'ultimo, visto ieri nel parco antistante al Museo della memoria. Teatro civile, sulla scia di Paolini e Celestini, per raccontare un passato italiano remoto e attuale, l'emigrazione di Stato organizzata nel secondo dopoguerra verso altri Paesi europei, in particolare verso le miniere della 'Belgique', fino al ricordo della strage di Marcinelle dell’8 agosto del 1956. Alle vogi registrate che leggono la corrispondenza dei minatori si sovrappone Perrotta, ora come narratore, ora nei panni del postino che a suo tempo in un bar di un paesino del Salento gli ha narrato la storia per la prima volta. Tra parentesi più leggere come il ricordo della mansione di consolatore di vedove svolta dal postino, lo spettacolo rievoca anche il razzismo che colpì gli emigranti, e che ora si riflette sui migranti di oggi ("chi è stato schiavo, una volta libero, vorrà schiavizzare a sua volta", come rispose un ragazzo tunisino-italiano all'attore).

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