Mi è proprio piaciuto The crowd di King Vidor (Usa 1927, 103'), muto con accompagnamento live con musiche composte da Henrik Otto Donner e performate da Juhani Aaltonen, Jukka Orma, Henrik Otto Donner, Tero Tuovinen, Mika Rintala e Esa Santonen (a volte troppo invadenti, ma nel complesso ben fatto e davvero unico). Molto interessante la mescolanza di generi diversi, dato che il film inizia in tono leggero, come una commedia sul conformismo dei colletti bianchi newyorkesi (divertenti sono le sequenze del viaggio di nozze e del ménage familiare), per trasformarsi lentamente in un dramma privato (e contemporaneamente sociale): le difficoltà della famiglia, la morte di una figlia (e ben fatta è la rappresentazione visiva del rovello che impedisce a John Sims di concentrarsi sul lavoro dopo la morte della figlia, con numeri e immagini sovraimpressi sulla fronte), la perdita e la ricerca di un lavoro, la competitività esasperata della società capitalista. Anzi, proprio l'evoluzione finale permette di interpretare la prima come un prologo necessariamente pessimista.
Molte le scene da ricordare, tra cui quelle della folla: stupendo e agghiacciante è il finale a teatro, dove si ride 'democraticamente' e il protagonista riceve i 'meritati' complimenti per aver coniato uno slogan per un detersivo; subito dopo la mdp allarga progressivamente il campo, annullando l'individualità della famiglia nella massa, con un movimento inverso a quello visto all'inizio del film, quando invece essa scelie tra la massa indifferenziata degli operai intenti alle rispettive scrivanie il protagonista, come se il regista estraesse a sorte. Il risultato sarebbe stato identico, se la scelta fosse caduta su un altro: questo tipo di società produce questi effetti.
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