Ieri abbiamo dibattuto molto se dare l'apertura del giornale a Miriam Makeba, simbolo di una battaglia che non si spegne. C'erano gli scioperi, c'era il traffico paralizzato. La grammatica ordinaria avrebbe chiesto altre priorità. Abbiamo fatto la scelta giusta, però, io credo. Makeba era una grande persona, una grande donna, un esempio. C'è bisogno di questo: respiro. Oggi fra i tanti temi ci è sembrato che la ragazzina aggredita sul treno, il senza tetto bruciato, l'immigrato denudato sull'autobus dal controllore fossero emblemi i cosa sta diventando questo paese ben più della quotidiana altalena delle borse e dell'eterno braccio di ferro nelle trattative su Alitalia. Ci stiamo sciupando, stiamo perdendo la capacità di difendere chi non può farlo da solo. Riguadagniamo le postazioni, restiamo fermi al nostro posto.
Fabio, un giovane ricercatore di fisica precario, scrive nel blog che sta partendo per la Francia dove gli hanno offerto un contratto di lavoro. Spero, dice, che prima o poi anche in Italia le cose migliorino che si riprenda a far concorsi che io possa tornare. Lo speriamo tutti, Fabio. Una vecchia amica della mia famiglia mi ha scritto una lettera di carta (una lettera scritta a penna messa in una busta col francobollo, che cosa pazzesca e commovente) per dire che piange la perdita dei suoi nipoti, figli di una figlia partita per l'America a studiare e mai più ritornata. Ci stiamo perdendo non una ma due generazioni, e la terza e la quarta che verranno: ci stiamo perdendo il futuro. Un Paese che non sa tenere qui figli e nipoti è un paese disperato e già morto. Non ci bastano le barzellette e le battute da cabaret a distrarci, anzi: ci fanno veramente una rabbia pazzesca. Ribelliamoci. Pretendiamo che ci ascoltino. Non smettiamo nemmeno un minuto di ripeterlo: è questo il nostro posto. E al diavolo i vostri soldi, i vostri sondaggi, le vostre minacce. Come diceva Miriam Makeba: Non vogliamo elemosina, vogliamo camminare da soli. Andiamo, dunque. Che qualcosa - guardatevi attorno, più lontano di questo stretto orizzonte - qualcosa nel mondo è già cambiato.
mercoledì 12 novembre 2008
Riflessioni altrui (sempre utili)
Pensieri e riflessioni di Concita De Gregorio da conservare:
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