venerdì 9 gennaio 2009

cpt statunitensi

Abituati alla situazione italiana, spesso si corre il rischio di dimenticare che le pessime abitudini nei confronti degli immigrati riguardano anche altre democrazie: a ricordarlo provvede il bel film di Thomas McCarty, L'ospite inatteso (The visitor, Usa 2007, 104'), con la triste storia del siriano Tarek, clandestino ma perfettamente e felicemente integrato nella vita di New York (fotografata nella sua bruttezza, hai ragione). Ma la storia racconta anche lati piacevoli al ritmo di jambé, che il professore fallito Walter Vale impara a conoscere e suonare: e molto bella è l'ultima sequenza in metropolitana, quando realizza il sogno mai realizzato né più realizzabile di Tarek: mentre suona in mezzo ai treni che passano sfoga tutta la sua rabbia per l'amico perduto, per l'amore partito per sempre (la madre di Tarek) e, chissà, per la sua vita sprecata sino a poche settimane prima dell'incontro con loro).
In certi momenti il personaggio di Walter, interpretato da Richard Jenkins, mi ha ricordato il grande Servillo de Le conseguenze dell'amore; va detto che tutti i quattro protagonisti sono molto bravi nella caratterizzazione dei personaggi, anche in considerazione dei molti primi piani.
Da ricordare anche la sequenza sulle scale, con inquadratura dal basso, con il rimprovero a Tarek fattogli dalla sua ragazza Zainab e con la riappacificazione interrotta dalla comparsa del professore in alto.

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