martedì 27 gennaio 2009
il film vincitore del Torino Film Festival
Molto intenso, ma quanta sofferenza e fatica nel vedere Tony Manero (Cile-Brasile 2008, 98') di Pablo Larrain: un film che angoscia, inquieta e toglie ogni speranza nell'uomo e nella vita. Ambientato a Santiago del Cile nei primi anni della dittatura di Pinochetn (gli eventi storici sono solo accennati e contribuiscono al senso di precarietà che aleggia), il protagonista, interpretato ottimamente da Alfredo Castro (anche cosceneggiatore), fa della sua ossessione di interpretare il protagonista di Saturday night fever un mestiere, che lo porta a eliminare tutti gli ostacoli sul proprio cammino, divenendo così un indifferente angelo della morte (e agghiacciante è il finale sull'autobus dopo il concorso, ellittico ma chiarissimo nell'anticipare le intenzioni funeste del protagonista). La vita non ha alcun valore, e meno che mai gli affetti: angosciante è il lunghissimo piano-sequenza che porta Tony a sedurre sua figlia e a portarsela in camera; altrettanto vuoto è il rapporto con le altre due donne che affermano di amarlo. Disperato e disperante.
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