Dittico affascinante quello costruito tra sabato sera al Teatro delle Moline, con lo spettacolo
Morandi (di Luigi Gozzi, regia Marinella Manicardi) con Marinella Manicardi, Alessandra Frabetti e Marina Pitta, tutte molto brave, e domenica sera al MAMbo alla splendida mostra
Giorgio Morandi 1890-1964. (A seguire giro sotto la pioggia per l'
Art White Night.) Dico affascinante perché lo spettacolo e la mostra si completano e si influenzano a vicenda, offrono chiavi interpretative sorprendenti e curiose: la ricerca dello straccio (giallo o verde?), la pallina (come l'hanno chiamata nello spettacolo?), Grizzana, l'ossessione per gli oggetti piccoli e semplici (che ne contengono altri al proprio interno), ma con valore trascendente nella forma e nel colore.
Lo spettacolo (in visione quasi privata: una ventina al massimo gli spettatori!) si ricorda per molti aspetti: su tutti l'affiatamento delle attrici in scena, che impersonano le tre sorelle di Giorgio Morandi, sempre nubili e votate alla sua cura (un po' come quelle di Pascoli). Molto carino è l'incipit, con le tre che si fanno oggetti di quadri ideali del pittore:

Uno dei momenti più intensi è certo il momento del caffè, quando sono rievocate le poche e scelte frequentazioni del 'maestro' (che rifiutava questo nome!), tra cui anche Monica Vitti, che lesse delle poesie proprio male. Ancora, le Alpi (troppo alte) e il loro 'colurazz', i gusti letterari e l'abitudinarietà della vita di Morandi, rievocata con grande delicatezza.
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